“Flagship Product”: cos’è e perché è davvero importante avere un prodotto di punta.

“Flagship Product”: cos’è e perché è davvero importante avere un prodotto di punta.

Giorni fa stavo filmando un corso di formazione per un mio cliente, tenuto da un noto pasticcere di fama mondiale. Durante le riprese, il docente ha fornito più volte ricchi spunti e consigli di vendita dei prodotti in negozio, spaziando dell’importanza di aver un buon packaging fino alle attività di marketing. Tra questi, l’attenzione mi è caduta particolarmente sul cosiddetto “prodotto di punta”, un tema davvero sottovalutato e del quale sono convinto che pure gli stessi partecipanti non abbiano percepito la sua importanza, poiché troppo concentrati ad osservare le fasi di preparazione della ricetta.

prodotti-di-puntaSi parlava dell’allestimento della vetrina del negozio e della sua rilevanza. Noi tutti sappiamo che, per mostrare la novità del momento, le vetrine vengono organizzate contestualizzando i prodotti ad ogni festività in arrivo o in genere durante il cambio di stagione. In questo caso l’attenzione si focalizza particolarmente sul contesto nel quale gli stessi prodotti vengono esposti in vetrina, deviando quindi l’importanza del prodotto di punta, considerato strategicamente fondamentale per un’impresa, soprattutto se artigiana.

Ogni negozio deve avere un proprio prodotto di spicco e deve essere facilmente identificabile tra tutti i vari prodotti esposti in vetrina. Cerchiamo quindi di indagare meglio, approfondendo gli aspetti di marketing management del cosiddetto “Flagship Product”.

Il prodotto di punta (ma può essere anche un servizio) è chiamato così poiché rappresenta in genere il precursore della gamma prodotti/servizi di una società, rappresentando la fonte principale delle sue entrate e in alcuni casi l’identità che ne determina il prestigio nel mercato. In genere il prodotto di punta comunica un concetto o una soluzione ad un bisogno economico, al quale le persone facilmente associano l’azienda produttrice. Il suo valore è di vitale importanza, poiché i clienti, acquistando il prodotto di punta, sono più propensi ad acquisire altri prodotti e servizi del medesimo fornitore.

Secondo il docente-pasticcere, “[…] il prodotto di punta in una pasticceria è quello che tra tutti deve generare almeno il 50% dell’intero fatturato annuo.
Si tratta del prodotto che deve “tirare tutto il carro”, ovvero deve essere considerato l’elite dell’intera gamma prodotti […]
“.

In una situazione economica difficile come questa, l’importanza del prodotto di punta deve essere alla pari o in certi casi superiore alle novità del momento.
Quando queste perderanno importanza, il prodotto di punta sarà invece quello che permetterà di equilibrare le vendite, evitando un eventuale collasso di produzione.

Senza scendere nell’approfondimento del cosiddetto “ciclo di vita del prodotto”, occorre semplicemente studiare un modo per offrire una lunga vita al prodotto di punta: esso, per essere considerato tale dovrebbe avere a mio avviso le seguenti caratteristiche:

 1.Deve fornire una soluzione unica ad un bisogno economico, che prima era assente o non in grado di rispondere efficacemente ad una richiesta di mercato. Deve essere semplicemente unico e inimitabile, costruendo velocemente la propria fama.

2.Deve rappresentare il punto di partenza per la produzione di altri prodotti secondari dello stesso genere, diventando quindi una valida soluzione “base”.

3. Deve essere marchiato in modo distintivo con un nome o un’identità, in grado di differenziarsi dagli altri prodotti dell’intera gamma.

4. Deve essere costantemente soggetto ad attività di marketing (anche di piccole soluzioni), al fine di garantire una regolare e durevole notorietà in negozio.

5.Deve essere tale e quale nel corso del tempo, concedendo al massimo solo alcune variazioni limitate nel breve termine, cioè in forma di “Special Edition”.

flagship-productInsomma, senza un prodotto di punta, sarebbe estremamente difficile creare e mantenere un’identità competitiva sul mercato. Esso consente in molti casi di differenziarsi dalla massa e, se tutelato adeguatamente, anche di diventare una vera icona del business aziendale. Non sempre quindi inseguire mode e tendenze del momento si rivela la soluzione ideale per garantire il presente e futuro della propria attività. Il prodotto di punta offre sicuramente una valida occasione per sostenere il business aziendale, soprattutto in quei momenti in cui in mercato offre nuove prospettive di sviluppo e crescita.

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Mi chiamo Davide Canella e sono uno specialista in Comunicazione e Marketing d’impresa. Lavoro come libero professionista implementando soluzioni di comunicazione integrata, miscelando Design e strategie on/offline! Scopri di più sul mio profilo e servizi:<a title="HOME-PAGE" href="https://www.hybriddesign.it/">...CLICCA QUI</a>Condividi l'articolo sui tuoi social, prima di lasciare questa pagina! Grazie mille! ^_^
PICCOLE IMPRESE: i miei 3 consigli per iniziare al meglio il 2016

PICCOLE IMPRESE: i miei 3 consigli per iniziare al meglio il 2016

In questi anni abbiamo visto fallire moltissime aziende (generalmente piccole imprese) per colpa di una dura recessione economica, anche se personalmente ne ho viste alcune non soffrire per nulla la crisi, se non addirittura crescere con essa. Molte di queste sono aziende che operano facendo export, mentre alcune non hanno fatto altro che adattarsi alla situazione del mercato, cambiando di conseguenza logiche e meccanismi di produzione di beni e servizi.

Il fatto di sapersi innovare, investendo in nuove opportunità o perfezionando il business-core aziendale è da considerarsi un atteggiamento proattivo in risposta alla crisi economica. Quindi chi ha saputo adattarsi alla situazione lo ha fatto studiando al meglio aspetti in grado di migliorare la linea (sia di produzione che di vendita) di prodotti o servizi, rinnovare il proprio target commerciale e investire in attività di marketing.

Quello che andremo ad approfondire sono quindi questi 3 aspetti fondamentali, che consiglio a micro e piccole imprese di prendere in considerazione a partire dal nuovo anno. Nel mondo del marketing non sono fattori nuovi o rivoluzionari, ma meccanismi che normalmente avvengono nelle grandi aziende dotate di una divisione marketing e/o di business development.

1. RIVEDERE L’OFFERTA, ANALIZZANDO IL “BISOGNO” E NON LA DOMANDA DI MERCATO.

Sappiamo che nel mondo dell’economia, per creare un modello di business efficace è necessario analizzare la DOMANDA di mercato, con la quale si andrà a strutturare la propria OFFERTA. Pur essendo il sistema maggiormente utilizzato, poiché il più semplice ed economico da adottare, è in realtà ciò che genera il maggior numero di insuccessi imprenditoriali. Per creare un’offerta vincente, in un mercato in stallo come questo è necessario studiare ciò che si antepone alla domanda: cioè valutare il BISOGNO del consumatore/acquirente.

Vi ricordate la scena del film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street“?

Ciò che genera la domanda di mercato è il BISOGNO, ovvero quell’insieme di elementi che consente di capire (nel mondo dell’economia) se un prodotto/servizio è fondamentale per generare una richiesta di mercato (domanda). Più lo studio del bisogno è dettagliato, meglio si potrà creare o perfezionare il prodotto/servizio sulla base di chi poi lo acquisterà. Un esempio sono i sondaggi di opinione, che forniscono informazioni preziosissime e difficilmente reperibili ma che una volta ottenute permettono di differenziarsi dalla massa, spiazzando la concorrenza. Nella maggior parte dei casi utilizzandoli si ottengono un maggiore livello di penetrazione nel mercato (soprattutto per il lancio di nuovi prodotti/servizio).

2. LAVORARE PER NICCHIE DI MERCATO

nicchia-mercatoLavorare per nicchie di mercato è in realtà il segreto per uscire dalla crisi (in particolare per le piccole imprese). Si tratta di una parte di mercato che la concorrenza non ha ancora raggiunto, o che essa ha parzialmente occupato. Per le micro e piccole imprese garantisce il livello minimo di sussistenza dell’azienda, anche nei casi in cui si ha un potenziale vasto target commerciale. Sicuramente il fatto di specializzarsi in un determinato ambito aiuta notevolmente, ma individuare nella vasta gamma di prodotto/servizio quello di punta aiuta notevolmente ad ingaggiare più facilmente, generando nuovi lead commerciali.

Recentemente ho lavorato per un cliente operante nel settore alimentale (ortofrutta), che pur rivolgendosi ad un target potenzialmente vastissimo, è riuscito a vincere la concorrenza focalizzandosi su un servizio di punta rivolto ad una specifica nicchia. Questo ha permesso una rapida penetrazione nel mercato, facilitata da un’attenta analisi del target, consentendogli a pochi anni dall’apertura di affermarsi come leader nel territorio locale. Sicuramente la prospettiva di crescita non è più un ambizione resa impossibile dalla crisi economica e con una clientela già consolidata sarà più semplice ampliare gli scenari di business.

Il problema maggiore è appunto individuare la nicchia maggiormente profittevole. Per far ciò, è fondamentale svolgere un’analisi di mercato, non espressamente basata su lunghi e complessi studi. Un aiuto molto pratico ed economico (soprattutto per le piccole imprese) ci viene offerto dal servizio statistiche di Google Analitycs (utilizzando il proprio sito web), attraverso cui è possibile acquisire comodamente dati e informazioni utili sugli utenti e identificare la potenziale nicchia di mercato.
Si possono ottenere dati su fasce di età, sesso e luogo di origine. Inoltre possiamo capire il percorso di navigazione del sito, da quale fonte provengono gli utenti, come si comportano sul sito, a cosa sono interessati e molte altre utili informazioni. Questo servizio di acquisizione dati -pur essendo gratuito- e molto ricco e professionale. Grazie a ciò si può delineare una nicchia di mercato, attraverso una vasta quantità di informazioni; che possono addirittura costituire un’autorevole base di partenza per ulteriori approfondimenti.

3. RISERVARE UN BUDGET DOPO IL BILANCIO D’ESERCIZIO

Sappiamo tutti che le aziende devono redigere il bilancio di esercizio al termine di ogni anno amministrativo, per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria della propria attività. Questo è il momento in cui è possibile capire quanto budget può essere investito per svolgere future attività di marketing. E’ in realtà un’operazione fondamentale, alla quale molte aziende (soprattutto le piccole imprese) non prestano la giusta attenzione.

riservare-budgetRiservare sin da subito un piccolo budget da utilizzare in attività di marketing, consente di organizzarsi al meglio, e se ne potrà usufruire gradualmente durante l’anno in corso. Che si tratti di rifare il sito web, di sponsorizzare una squadra sportiva o fare un po’ di pubblicità sui quotidiani, il budget marketing è un vero e proprio piccolo investimento finanziario, finalizzato a promuovere o vendere di più il prossimo anno.

L’ammontare del suddetto budget può essere definito prendendo in esame vecchi preventivi o attività marketing passate, arrotondando se possibile per eccesso. Una volta identificato è possibile, sulla base di quanto appena detto (analizzare il bisogno e lavorare per nicchie di mercato), determinare quali e quante attività di marketing siano necessarie il prossimo anno, affinché sia possibile ottenere successivamente un R.O.I. (ritorno sugli investimenti) ottimale.

CONCLUSIONI

Abbiamo quindi analizzato 3 consigli che mi sento di dare alle piccole imprese, per iniziare al meglio il nuovo anno. Non sono un contabile finanziario o un manager economista, ma l’esperienza di “problem-solving” vissuta lavorando direttamente a contatto con i miei clienti mi ha permesso di individuare soluzioni performanti a problemi o difficoltà apparentemente complesse da risolvere.

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Marketing turistico: quando trasfigurare la realtà diventa un business (parecchio trash)

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Per gli amanti del turismo balneare sicuramente una location con acqua limpida e cristallina diventa una caratteristica fondamentale nella scelta delle proprie vacanze estive. L’acqua azzurra o verde smeraldo è un richiamo promettente per coloro che sognano di fare il bagno in un mare paradisiaco. Non sempre però è possibile avere vicino a casa un mare che richiama le lontane e incontaminate spiagge dei tropici. E’ un problema che troviamo soprattutto sulla costa adriatica nord settentrionale dell’Italia, dove la sabbia di color scuro offre un aspetto decisamente diverso.

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Web Marketing Festival: come portare off-line, per ben 2 giornate, il web-marketing!

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Il Web Marketing Festival è sicuramente uno degli eventi del settore più importanti in Italia e in Europa. Questo è ciò che ci hanno fatto credere per settimane prima dell’evento e.. questo è ciò che hanno realmente constatato i suoi 2600 partecipanti!

Il #wmf15, ovvero la terza edizione del Web Marketing Festival, è stato un’occasione per incontrare molti esperti del settore, che diversamente seguivo solo sui loro blog. La naturalezza nel parlare davanti ad una platea di persone ha confermato la loro competenza, che spesso dietro ad un monitor si tende a volte a mettere in dubbio. Oltre a loro ho conosciuto nuovi relatori e aziende che hanno partecipato come partner e sponsor.

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Internalizzare le attività marketing aziendali reclutando un addetto comunicazione e marketing. Quale know-how scegliere.

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Lo scopo di internalizzare le attività marketing aziendali è ciò che sta alla base della cosiddetta comunicazione integrata d’impresa, che oggi rappresenta il miglior modo per ottenere grandi risultati economizzando al massimo i budget marketing. Significa cioè riuscire a gestire internamente tutte quelle attività di comunicazione e marketing, che diversamente verrebbero gestite attraverso agenzie di comunicazione, studi pubblicitari e liberi professionisti.
Ed è da qui che nasce l’idea di questo articolo, poiché mi sono ritrovato a lavorare (come libero professionista in comunicazione e marketing d’impresa) con aziende che -seppur disponendo di una figura interna reputata al marketing- commissionavano in esterno molte delle attività che potevano invece essere gestite internamente. E’ un autentico controsenso, ma si tratta di una triste realtà che riguarda molto spesso chi proviene da una formazione universitaria, come quella di Economia.

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